Anello Bugnato in Bronzo con Interno in Argento 925

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Il bugnato è una lavorazione muraria utilizzata sin dall’antichità e ripresa, con modalità e forme diverse, in altre epoche e fino ai giorni nostri. Diventa popolare in Italia nell’architettura rinascimentale e viene usato per conferire maestosità alle facciate dei palazzi o delle ville. A Napoli questo tipo di stile architettonico è ben prende, basti pensare La Chiesa del Gesù Nuovo e il Palazzo Orsini di Gravina sede della facoltà di architettura.

Anello in Bronzo brunito con fascia interna in argento anallergico .

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Descrizione

BUGNATO OPERA ARCHITETTONICA

Paramento architettonico esterno costituito da bugne, usato nell’architettura romana e medievale e spec. nelle facciate dei palazzi rinascimentali. B. rustico, a bugne appena sgrossate; b. liscio, a bugne dalla superficie levigata; b. a punta di diamante, a bugne geometricamente squadrate con la punta rivolta verso l’esterno.Bugnato opera .

Paramento murario esterno di un edificio, costituito da conci sporgenti lavorati, detti bugne. Può essere liscio, se con bugne dai contorni netti e superficie levigata; rustico, con bugne rozzamente sbozzate; a punta di diamante, con bugne di forma piramidale, a base quadrata o rettangolare, talvolta tronca. Le bugne possono anche essere a cuscino, con angoli arrotondati a superficie convessa; a schifo, imitanti la carena di nave; vermicolate, con la superficie solcata da linee sinuose. Il b. isodomo presenta bugne a corsi regolari e di uguali dimensioni. Può essere realizzato anche in stucco a imitazione della pietra.

Tra i più importanti luoghi di culto di Napoli e del Sud Italia, la Chiesa del Gesù Nuovo deve la sua bellezza agli innumerevoli capolavori che la compongono. Basti pensare alla controfacciata del 1725 di Francesco Solimena, con la sua Cacciata di Eliodoro dal tempio, dove elementi architettonici classicheggianti contornano il centro dell’azione, tra colori chiari e luminosi e movimenti plastici, o agli affreschi di Luca Giordano nel Cappellone di San Francesco Saverio, fino ad arrivare alle opere marmoree di Cosimo Fanzago, da  Sant’Ambrogio a Sant’Agostino.