Pendente Trinacria Siciliana in Bronzo

35,00160,00

Pendente in bronzo grezzo.

Modello large cm 5 circa – modello medium cm 3 circa -modello small cm 1,5 circa .

Il simbolo della Trinacria è oggi conosciuto perchè presente nella bandiera della Sicilia e in quella dell’Isola di Man. La sua storia è articolata e per alcuni versi ancora avvolta nel mistero, o comunque nella indeterminatezza, poichè si ricollega alla mitologia. La Trinacria, simbolo della Sicilia, è composta dalla testa della Gorgone, i cui capelli sono serpenti intrecciati con spighe di grano, dalla quale di irradiano tre gambe piegate all’altezza del ginocchio. La Gorgone è un personaggio mitologico, che secondo il poeta greco Esiodo (VIII – inizio VII sec. a.C.) era ognuna della tre figlie di Forco e Ceto, due divinità del mare: Medusa (la gorgone per antonomasia), Steno (“la forte”), Euriale (“la spaziosa”).

 

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Descrizione

La Trinacria, nella bandiera siciliana campeggia in bella mostra il simbolo di una testa femminile con tre gambe piegate (Triscele) e mosse direttamente dal capo. In araldica questa raffigurazione prende il nome di trinacria.

La testa rimanda chiaramente alle gorgoni, mostri della mitologia greca di aspetto mostruoso, ali d’oro, mani con artigli di bronzo, zanne di cinghiale e serpenti al posto dei capelli. Esse erano tre e rappresentavano le perversioni: Euriale rappresentava la perversione sessuale,

Steno la perversione morale e Medusa (la più famosa, unica mortale tra le tre e custode degli Inferi) la perversione intellettuale. Anticamente il nome della Sicilia era quello di Triquetra o Trinacria. Questo perchè, a differenza della classica forma tonda di tutte le altre isole, la Siciliana una configurazione geografica strana. E’ caratterizzata da tre promontori, Pachino, Peloro e Lilibeo e tre vertici che quasi istintivamente rimandano al triangolo. In questo gli studiosi sono concordi nel ribadire che la trinacria sia un antico simbolo religioso orientale che rappresentava il dio del sole nella sua triplice forma di primavera, estate e inverno. Remote monete (del VI e IV secolo a.C.) lo testimoniano. Esse provenivano quasi tutte da città dell’Asia Minore, come Aspendo in Panfilia, Olba in Cilicia, Berrito e Tebe nella Troade.

 

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