Corno Scaramantico Mattacorno in Argento 925

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Ciondolo realizzato in argento 925 anallergico con sopra, a rilievo, i proverbi della tradizione napoletana sulla scaramanzia.

Disponibile in due misure: Large 6 cm e Small 3 cm. con scelta di laccio colorato 90 cm.

Spedizione in 8 giorni dal ricevimento dell’ordine

Descrizione

NAPOLI E’ SCARAMANTICA!

Il Mattacorno Scaramantico ti protegge sempre dal malocchio! “CLICCAQUI PER IL VIDEO”

LA SUPERSTIZIONE E’ UNA TRADIZIONE RADICATA FIN NELLE OSSA DI OGNI PARTENOPEO OGGETTO DI CULTO PER ECCELLENZA DI QUESTO POPOLO.

IL MATTACORNO SCARAMANTICO E’ O’ CURNICIELLLO.

Mattana Design lo ha rivisitato e riproposto in chiave moderna: il corno tradizionale con le frasi scaramantiche in rilievo. E’ nato il Mattacorno Scaramantico

Molte raffigurazioni di personaggi che nell’antichità indossavano elmi con le corna in occasione di eventi importanti, come le battaglie: tra questi Alessandro Magno, Mosè e i faraoni d’Egitto.

A Napoli, questo oggetto divenne simbolo della tradizione popolare fra le cui credenze la superstizione ed il malocchio erano molto diffusi, così come ancora oggi le conosciamo .

In ogni caso, poiché un po’ di fortuna non guasta mai, quindi contro la sfortuna ed il malocchio è bene possederne uno, non si sa mai .

Gli uomini delle caverne appendevano sull’entrata delle proprie dimore corna di animali, simbolo di prosperità e potenza, ma anche di fertilità, quindi di  fortuna.

I suoi poteri di amuleto risalgono a credenze del Neolitico, quando le corna degli animali erano considerate simbolo della forza fisica e portatrici di buona sorte.

COME SI DICE ? ESSERE SUPERSTIZIOSI E’ DA IGNORANTI. MA NON ESSERLO  PORTA  MALE!

MUNITEVI DEL MATTACORNO SCARAMANTICO

CURIOSITÀ STORICHE DEL MATTACORNO SCARAMANTICO

La superstizione affonda le sue radici anche nella smorfia e, quindi, nel gioco del lotto.

Secondo la tradizione le sue origini risalgono infatti a circa trecento anni fa, al 1734.

In seguito a uno “storico” litigio tra il re di Napoli, Carlo III di Borbone e il frate domenicano Gregorio Maria Rocco.

A quell’epoca nel Regno delle due Sicilie, e soprattutto a Napoli, il gioco d’azzardo del lotto è particolarmente diffuso.

Il re insiste nel volerlo rendere legale per poter così incassare i tanti soldi spesi dal popolo con le scommesse.

Il frate, si oppone in modo molto deciso affermando che la legalizzazione del gioco avrebbe allontanato ancora di più i fedeli dalla preghiera e quindi dalla fede.

In seguito a questa discussione ad avere la meglio è il re, trovando con il frate l’accordo che prevede una sospensione del gioco durante le festività natalizie.

I novanta numeri del lotto verranno così messi dentro “panarielli” (cestini di vimini). Diventando insieme alle cartelle con i numeri per tenere conto delle estrazioni, oggetti fondamentali per la “tombola”.

 

Informazioni aggiuntive

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